Le creme bruciagrassi (o creme sciogligrassi che dir si voglia) sono prodotti che periodicamente tornano alla ribalta; si tratta di creme che dovrebbero sciogliere il grasso locale, quasi sempre promettendo un incremento del metabolismo che brucerebbe il surplus lipidico; vengono reclamizzate anche creme con altri meccanismi, ma è in genere sull’aumento della richiesta metabolica che è incentrata la maggior parte delle proposte che vengono pubblicizzate.
In realtà, la lotta al grasso localizzato è destinata a un sostanziale fallimento in assenza di un dimagrimento generale.
Basterebbe leggere attentamente l’articolo sul grasso localizzato per capire come né ginnastica addominale (addominali più tonici possono solo “nascondere” il grasso, non scioglierlo!) né creme bruciagrassi possano essere efficaci.
Come si forma il grasso localizzato? E perché il metabolismo c’entra poco?
Capire come si forma il grasso localizzato può aiutarci a comprendere come la velocità del metabolismo poco c’entri.
Dall’articolo Cos’è il grasso? sappiamo che il grasso va a riempire gli adipociti (anche lipociti; sono le cellule del organo adiposo, noto più popolarmente come tessuto adiposo).
Ma cosa dirige il grasso verso l’addome oppure verso i fianchi?
L’accumulo locale di grasso riflette l’azione dell’enzima lipoproteinlipasi (LPL), la cui anomala distribuzione riflette un fattore genetico (Forbes, 1988) e può essere corretta, nelle persone con un miglior stile di vita, grazie alla pratica sportiva (l’azione della lipoproteinlipasi resta omogenea anche con l’età per cui il grasso ha meno tendenza a localizzarsi).
La lipoproteinlipasi favorisce l’assunzione di trigliceridi da parte degli adipociti, causando i depositi di grassi. Per esempio, i soggetti di pelle nera hanno un’attività dell’enzima meno presente nella zona addominale rispetto ai bianchi, sicché ci sono (Conway, 1995) percentualmente meno neri “panciuti” rispetto ai bianchi (a parità di percentuali di sovrappeso).
Nelle donne l’attività enzimatica della lipoproteinlipasi è elevata nelle anche, nelle natiche e nelle mammelle, mentre negli uomini è maggiore a livello addominale (in caso di sovrappeso le donne hanno infatti la tendenza ad assumere una configurazione “a pera” con il grasso localizzato nelle cosce, mentre gli uomini una configurazione “a mela” con il grasso localizzato nella pancia).
Si comprende che l’unica possibilità di evitare l’accumulo di grassi è di inibire l’azione dell’enzima. Sfortunatamente tale inibizione non è ancora possibile (e fra l’altro si dovrebbe verificarne gli effetti collaterali), quindi l’unica possibilità di funzionamento delle creme bruciagrassi sarebbe quella di eliminare il grasso dopo che è avvenuto il deposito. Anche ammesso (ma non concesso) che ciò sia possibile per qualche strano meccanismo (la famosa accelerazione del metabolismo locale), in assenza di un regime ipocalorico, la lipoproteinlipasi depositerebbe nuovamente altri trigliceridi nella zona indesiderata beffando l’ottimistico acquirente della crema.

Le creme bruciagrassi sono prodotti che dovrebbero sciogliere il grasso locale, quasi sempre promettendo un incremento del metabolismo che brucerebbe il surplus lipidico
Se le creme bruciagrassi funzionassero…
Una dimostrazione molto scientifica dell’impossibilità che le creme bruciagrassi siano efficaci è stata fornita da P. De Pascalis. Qui riportiamo una versione “pratica” leggermente modificata.
Supponiamo di aver acquistato una confezione di crema bruciagrassi; a questo punto sarebbe lecito aspettarsi, una volta applicato il prodotto nelle zone interessate, di perdere almeno un chilogrammo di massa adiposa. Di norma le confezioni di crema bruciagrassi contengono circa 200 ml di crema, un’applicazione quotidiana di circa 10 ml (corrispondente a una durata della confezione di 20 giorni) brucerebbe pertanto circa 50 g di massa adiposa ovvero circa 450 kcal (ricordiamo che un grammo di lipidi fornisce circa 9 calorie).
Poiché il nostro organismo tende a metabolizzare velocemente le sostanze introdotte per via transdermica (i farmaci hanno tempi che possono arrivare facilmente alle 8 ore, ma i cosmetici hanno durata inferiore), si può ipotizzare il principio attivo su cui è basata la nostra crema abbia una durata di circa 4 ore; significa che la crema brucerebbe circa 112 calorie ogni ora; è noto che i grassi sono utilizzati come fonte energetica tramite il sistema aerobico; occorrerebbero quindi circa 60 litri di ossigeno ogni ora (un litro di ossigeno al minuto); dal momento che un soggetto in condizione di riposo respira una quantità di ossigeno pari a circa 0,3 litri al minuto, passare al livello richiesto (un litro) vuol dire perlomeno triplicare il numero degli atti respiratori al minuto (da una media di 18 a 54 circa), il che porterebbe il soggetto ad avere perlomeno un certo fiatone, cosa che perdurerebbe per circa 4 ore (il tempo di funzionamento del principio attivo), il che in realtà non avviene; ciò significa che le applicazioni delle creme bruciagrassi non determinano variazioni nella richiesta di ossigeno da parte dell’organismo; ne consegue che non si verifica un maggior consumo di calorie rispetto alla norma.
Nessun consumo supplementare di calorie, nessun dimagramento determinato dall’applicazione delle creme.
Come suggerisce De Pascalis, anche l’ipotesi fantasiosa che la crema induca gli adipociti a rilasciare il grasso direttamente nel sangue (fra l’altro ciò costituirebbe un pericolo gravissimo per la salute a causa della possibilità di formazione di trombi) per essere poi eliminato attraverso le urine, è facilmente smentita dalla semplice constatazione che le urine di chi utilizza le creme bruciagrassi non cambiano aspetto, diventando torbide per la presenza di lipidi.
In realtà, per quanto a molti possa non far piacere, per dimagrire è necessario fare una certa fatica (leggasi attività aerobica a medio-alta intensità) e adottare un regime alimentare equilibrato.
Affidarsi a improbabili creme bruciagrassi è solo una delle tante scorciatoie che non portano da nessuna parte.