Frasi del tipo: “ho una struttura fisica molto pesante”, “sono di costituzione robusta” ecc. erano giustificate finché non esistevano le bilance impedenziometriche. Oggi non si può più barare perché bastano pochi secondi per misurare la propria percentuale di massa grassa. Una delle regole della dieta italiana fissa i valori salutisticamente ottimali.
Il peso delle ossa
Nella donna il peso delle ossa è mediamente del 12,5%, mentre nell’uomo è del 15% del peso corporeo di un soggetto con indice di massa corporea nella norma (22 per l’uomo e 20 per la donna). Tali percentuali variano attorno alla media con escursioni normali massime di un 3%. Significa che nella peggiore (per il peso) delle ipotesi un soggetto alto 175 cm con costituzione robusta, ossa grandi (e quindi più pesanti) ha per colpa delle ossa una variazione di peso di 2 kg.

La bilancia impedenziometrica è un valido strumento per supportare la propria coscienza alimentare
Costituzione robusta: il test delle vene
Qui ci preme solo sottolineare che, se non si ha a disposizione una bilancia, esiste un’altra prova che condanna i portatori della presunta costituzione robusta. Il test va effettuato a riposo (non in posa da culturista, quando c’è tensione muscolare, o dopo una gara di corsa, quando le pulsazioni sono ancora alte), da seduti. Appoggiando il gomito su un tavolo, allungate un braccio con il palmo della mano rivolto verso l’alto. Osservate il vostro avambraccio. Chi è correttamente magro dovrebbe notare diversi rami venosi che scorrono dal gomito al polso, come i fiumi su una carta geografica. Alcuni di essi sono nettamente in rilievo.
Il test delle vene è una condizione necessaria, ma non sufficiente; negli over 40 per esempio il rallentamento della produzione ormonale aumenta il grasso viscerale (interno) che esami come la plicometria o il test delle vene sul braccio non evidenziano.
Risultato del test – Se nessuna vena è in rilievo netto (non basta vederle!), non siete in peso forma ottimale. Per le donne (che hanno fisiologicamente circa l’8% di grasso in più) è sufficiente che le vene si vedano nell’interezza del percorso.
Un’ultima osservazione, direi tragica. È inutile pensare che avete chili di troppo perché madre natura vi ha dotato di una costituzione robusta. Se esistesse veramente la costituzione robusta perché nei campi di concentramento tutti erano scheletrici?
Costituzione robusta – LE MAIL
Sono alto 180 cm, peso poco meno di 90 Kg, non fumo, bevo mezzo bicchiere (mezzo sul serio) di vino a pasto, corro tre volte la settimana e faccio un lavoro abbastanza di fatica (l’elettricista, contando che non siamo proprio elettricisti “d’appartamento”, ma che lavoriamo in cantiere. Spessissimo devo magari farmi quaranta volte cinque piani di scale).
Sinceramente mi sento bene fisicamente, forse qualche chilo di troppo sulle gambe, ma diciamo che non “li sento”.
Io, in questa mia situazione, sono parecchio sovrappeso per le tabelle nutrizionali, con tutti i rischi che comporta la cosa. Però gli esami non evidenziano problemi cardio-respiratori (che, per ironia della sorte, hanno alcuni miei conoscenti “normopeso”), vivo serenamente, senza quella che, volgarmente, alcuni chiamerebbero “masturbazione mentale” dovuta al continuo pensiero alla linea, a cercare sempre di mangiare stando attento ai grammi, all’apprensione per l’etto in più di pasta. Ma forse (e alla fine la domanda fatidica è questa), io sovrappeso, ma che vivo serenamente i miei poveri giorni, non starò alla fine meglio di coloro, normopeso, che però vivono sempre in apprensione, che magari alla fine hanno un esaurimento e si massacrano il fegato di psicofarmaci (eh eh, l’ultima è un’esagerazione, concedetemela, preciso che però si riferirà al 0,01% dei casi)?
Concludo ringraziandovi in anticipo dell’eventuale risposta e criticando un poco l’articolo in cui dite che non esistono le persone “robuste” (Costituzione robusta; N.d.R). Io vi ho detto il lavoro che faccio e l’attività fisica, a tavola mangio normalmente e, come adesso in estate, solo verdure. Merendine e cose del genere, pochissime alla settimana. Eppure io di chili non ne perdo, o almeno, in questo mese ne ho perso uno, per dire. È chiaro che, da un certo punto di vista, persone come me sono portate ad averli. Diciamo che se ingerisco 100 g di sostanze utili a formare lipidi e il DNA ordina alle cellule che 80 g devono diventare proprio lipidi, non c’è santo che tenga. Il vostro esempio dei campi di concentramento è davvero errato. Lì non c’era niente da mangiare che potesse essere trasformato in lipidi (i prigionieri mangiavano lo scarto del minestrone; cioè acqua sporca di verdura). In altre parole, se fossi in un campo di concentramento, il mio DNA può ordinare che l’80% delle sostanze utili deve essere stipato come lipidi, ma se non mangio nessuna di quelle sostanze utili, dimagrisco per forza.
Ovviamente non condivido quanto dici, pur riconoscendo che sostieni posizioni interessanti. In sostanza non sei il primo che propone simili argomentazioni, ma tue tesi sono affette da errori razionali (non so se hai visto la sezione di raziologia). Vediamoli insieme.
Tu hai una vita tutto sommato sana e i tuoi chili di sovrappeso (diciamo dieci, se sei molto muscoloso) sicuramente non ti impediscono di avere una vita normale. Il punto è che non ti daranno la miglior vita possibile.
> Sinceramente mi sento bene fisicamente, forse qualche chilo di troppo sulle gambe, ma diciamo che non “li sento”.
Per ora. Prova a visitare una residenza per anziani. La metà delle persone ha gravi problemi di deambulazione perché i chili di troppo che a 40 anni non sentiva, negli anni hanno massacrato le loro schiene o ginocchia. Diciamo che tu puoi vivere bene così fino a 60-70 anni, ma dopo? Oggi si può vivere molto bene almeno fino a 90 anni e oltre. Perché rinunciarci?
> ([problemi] che per ironia della sorte hanno alcuni miei conoscenti “normopeso”)
Qui il primo errore. Fai il ragionamento del fumatore. Non essere in sovrappeso non garantisce la salute, ma aumenta le sue probabilità. Un fumatore potrebbe dirmi che anche gente che non fuma si ammala di cancro. E allora? Contano le percentuali e soprattutto il fatto che il sovrappeso è uno dei fattori da controllare. Se le tue persone “normopeso” non controllano gli altri fattori è ovvio che abbiano problemi. Tu devi riferirti a chi, vivendo secondo un buon stile di vita, vive veramente al massimo (diciamo un 5% della popolazione). Perché confrontarsi con degli scarsi? Troppo facile.
> “masturbazione mentale” dovuta al continuo pensiero alla linea, a cercare sempre di mangiare stando attento ai grammi, all’apprensione per l’etto in più di pasta
Anche qui commetti un banale errore di generalizzazione. Dai per scontato che tutti coloro che sono magri siano “maniaci della linea”. In realtà, essere apprensivi per qualcosa significa di fatto non avere un buon stile di vita (vedi gli ultimi tre punti). Ci sono moltissime persone che non sono affatto preoccupate di stare attente ai grammi, di pesare tutto ecc. Io amo moltissimo il cibo, quando esco con gli amici non mi tiro certo indietro, ma per me è normale mangiare il giusto perché ho imparato a farlo, non mi costa nessuna fatica. Inoltre fare sport mi permette di mangiare di più, senza particolari restrizioni. Un mio amico fa il tuo stesso lavoro (elettricista spesso nei cantieri), è magro e resistente perché comunque, oltre al suo lavoro, fa sport. Lo vedi sempre dinamico, scattante, felice della sua vita. Queste sono le persone che devi prendere come paragone, non persone che hanno una mentalità anoressica. Io penso che tu veda solo i normopeso con problemi come alibi per la tua condizione. Prova a guardare ai normopeso brillanti e scattanti.
> Diciamo che se ingerisco 100 g di sostanze utili a formare lipidi, e il DNA ordina alle cellule che 80 g devono diventare proprio lipidi, non c’è santo che tenga.
Qui incorri in un altro errore razionale. Pensare che basta essere andati a scuola per capire tutto. In realtà (come ho spiegato nel mio ultimo testo Migliora la tua intelligenza) la scuola non è che il primo passo per sviluppare la propria intelligenza, poi bisogna continuare a studiare. Tu in effetti non hai una coscienza alimentare, ma solo un’infarinatura che pensi erroneamente conclusiva. Il paragone con i campi di concentramento regge benissimo e lo si capisce da quanto scrivi. Prova a rileggere: “diciamo che se ingerisco 100 g di sostanze utili a formare lipidi, e il DNA ordina alle cellule che 80 g devono diventare proprio lipidi”. OK, ma per essere magri basta ingerirne 50 (nei lager ne assumevano 10 giusto per sopravvivere) e in grasso ce ne vanno a finire solo 40. Mangia la metà di quello che mangi e vedrai che dimagrisci.
Considera che assumere 100 calorie in più ogni giorno predispone ad avere almeno 3-4 kg in più in un anno. Che tu non abbia una coscienza alimentare è evidente: dici di mangiare sano, normalmente solo verdure. E che c’entra? Quanto mangi? Che verdure mangi? Quanto olio metti sulle verdure? Considera, per esempio, che molte persone, in estate, ingrassano semplicemente perché si abbuffano di uva. Se sostituissero l’uva con pesche o anguria diminuirebbero di peso. Basta studiare e capire. E non dirmi che diventeresti maniaco perché, dopo aver studiato, diventa tutto automatico, non c’è bisogno di pesare nulla (chi è maniaco dei grammi in realtà non è che abbia capito molto), è come aver imparato a guidare un’automobile, tutto AUTOMATICO.
Guarda questa testimonianza di una persona che fa un lavoro duro e che ora, a oltre 60 anni, è diventato un fuscello, arzillo e scattante come un giovane di 40.
…
Dopo alcuni anni il nostro amico ci ha riscritto. Trovate la sua testimonianza qui.