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Ciclamato di sodio

Il ciclamato di sodio (N-cicloesilsulfamato di sodio, formula bruta C6H12NNaO3S) è un dolcificante artificiale non calorico e acariogeno che ha un buon potere edulcorante (30-50 volte quello del saccarosio, il comune zucchero da cucina), anche se inferiore a quello di molti altri dolcificanti sintetici.

La sua sigla, con la quale appare spesso nella lista degli ingredienti di diversi prodotti alimentari e no, è E952.

La prima sintesi del ciclamato di sodio avvenne nel 1937 per merito di uno studente di medicina statunitense, Michel Sveda, che ne scoprì il suo potere dolcificante.

A differenza di altri dolcificanti (come per esempio la saccarina), il ciclamato di sodio non presenta alcun retrogusto se non a dosi particolarmente elevate.

Nota – La dicitura inglese per “ciclamato di sodio” è “sodium cyclamate”.

Dove si trova?

Il ciclamato di sodio è usato soprattutto come dolcificante ipocalorico, spesso associato ad altri prodotti dolcificanti (solitamente viene miscelato con saccarina, ma anche con acesulfame K e aspartame). Nell’industria farmaceutica, oltre alla funzione come dolcificante (lo si trova, per esempio, in sciroppi medicati dietetici o per diabetici), viene utilizzato anche come aromatizzante (ha lo scopo di mascherare, migliorandolo, il gusto di farmaci che risulterebbero poco gradevoli).

Come dolcificante lo si trova come ingrediente in diversi prodotti (bevande, chewing-gum, caramelle, gelatine, marmellate ecc.); da solo, come sostituto dello zucchero, viene commercializzato sotto forma di liquido, polvere o tavolette.

Ciclamato di sodio

Formula del ciclamato di sodio

Il ciclamato di sodio fa male?

Il ciclamato ha conosciuto un successo notevolissimo, tant’è che circa trent’anni dopo la sua scoperta, negli USA se ne consumava una quantità enorme (circa 7 milioni di kg).

Attualmente, il ciclamato di sodio è considerato fra i dolcificanti più a rischio (e la dieta italiana lo ha inserito nella lista degli additivi da escludere), visto che nel 2000 il comitato scientifico dell’Unione Europea ne ha ridotto notevolmente la soglia di sicurezza (attualmente 7 mg/kg), equivalente a circa 1,1 l di bevanda dietetica dolcificata con ciclamato e il suo utilizzo è soggetto a esclusioni e restrizioni varie.

Negli USA l’utilizzo di ciclamato a uso alimentare è vietato da diversi anni.

Attualmente, il Paese che detiene la maggiore produzione di ciclamato di sodio è la Cina.

Il sospetto è quello di cancerogenicità (si è osservato che le solfatasi batteriche, che fanno parte della flora microbica che risiede nel colon, possono convertire il ciclamato di sodio in una sostanza nota come cicloesilammina, una sostanza che può indurre il tumore della vescica); alcuni autori ritengono che i ciclamati possano creare problemi a livello cardiovascolare e indurre atrofia testicolare.

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