I semi di chia sono piccoli semi di una pianta, la Salvia hispanica, della famiglia delle Lamiacee (che comprende moltissime piante aromatiche, come l’origano e il rosmarino).
La Salvia hispanica è originaria dell’America, principalmente diffusa in Guatemala e in Messico. La sua coltivazione come pianta alimentare ha origini antiche, è praticata fin dai tempi degli Aztechi. Il termine chia deriva proprio dall’antica lingua degli Aztechi, il nāhuatl: chian significa oleoso, perché i semi della pianta sono simili quelli di lino, con una buona componente di oli vegetali. La sua importanza era tale che si può paragonare a quella che, nella moderna agricoltura, ha il mais.
Ancora oggi la pianta è usata per i suoi semi interi o, se frantumati, per produrre sfarinati e la sua coltivazione si è estesa, dalle zone originarie, anche in Bolivia, Argentina, Ecuador e Nicaragua.
La pianta è annuale e può raggiungere quasi i due metri di altezza. I fiori sono di color porpora con sfumature di bianco e i semi di chia sono ovali, di un millimetro di diametro, molto scuri con sfumature grigie. Essi non vanno confusi con quelli detti golden chia, che sono di una pianta simile, la Salvia columbariae, che cresce invece in alcune zone degli Stati Uniti (nativa della California, si trova anche in Utah, Arizona, Nevada e New Mexico). A differenza della Salvia hispanica, la Salvia columbariae raggiunge solo il mezzo metro di altezza.
Semi di chia – Proprietà e benefici
I semi di chia sono una scoperta abbastanza recente nell’alimentazione europea. Le loro proprietà nutrizionali risiedono nella componente lipidica: dai semi si può estrarre circa il 30% di olio, ricco di acido linolenico.
L’alta percentuale di grassi determina un apporto calorico di 486 calorie per 100 g di semi essiccati. Anche il contenuto proteico è rimarchevole (16,54 g per 100 g).
L’importanza dei semi di chia è motivata dalla presenza quantitativamente notevole di acidi grassi essenziali, principalmente omega 3 (circa 17 g) e omega 6 (5,8 g).
Apprezzabile è anche l’apporto vitaminico, soprattutto del gruppo B (principalmente riboflavina e tiamina) e dei minerali, ove spicca l’alto contenuto di calcio (631 mg), magnesio (335 mg) e manganese (2,7 mg).
I semi di chia non contengono glutine e sono privi di colesterolo.
Gli effetti benefici del consumo di semi di chia sono stati ipotizzati in alcune ricerche preliminari risalenti al 2015, ma non ci sono evidenze chiare di un loro marcato effetto di protezione cardiovascolare, grazie al loro contenuto di omega 3 e omega 6. Vi sono altri benefici di minore importanza legati al loro consumo:
- hanno un effetto lassativo;
- facilitano la digestione;
- lasciano un certo senso di sazietà (come tutti i semi oleosi).
Non sono note a oggi interazioni con farmaci o effetti indesiderati legati al consumo di semi di chia.
Semi di chia: ricette
I semi di chia sono venduti essiccati (anche da agricoltura biologica) e possono essere consumati da soli come rompi-digiuno o piccola merenda. Si possono usare spolverati su zuppe e minestre, assieme a latte e yogurt o aggiunti ai cereali della prima colazione o per arricchire insalate e nella preparazione casalinghe di pane e focacce, aggiunte alla farina dell’impasto.
Si può anche preparare una gelatina vegetale, lasciandoli a bagno nell’acqua per circa mezz’ora. La gelatina può essere usata come addensante nella preparazione di salse, mousse o frullati. Nell’industria alimentare sono aggiunti a barrette nutrizionali e, come integratori, a yogurt e sostituti del pane.

I semi di chia sono di recente diffusione in Italia, e per questo ancora piuttosto costosi
Coltivazione
L’interesse nel continente europeo per i semi di chia è molto recente e la coltivazione della Salvia hispanica sta suscitando un crescente interesse per l’industria ispirata alla nutraceutica e per gli integratori alimentari. Recentemente (2012) sono state selezionate alcune nuove varietà più adatte alla coltivazione in Italia perché riescono a sopportare meglio il nostro clima temperato; si ricorda, infatti, che la varietà originale della pianta di salvia hispanica proviene da climi tropicali o sub tropicali, e quindi, anche se potrebbe in linea di principio, essere coltivata almeno nell’Italia meridionale, per le coltivazioni in Italia è meglio accertarsi di acquistare semi certificati delle varietà nuove, per climi temperati.
La coltivazione di queste varietà richiede:
- un terreno senza ristagni idrici, ben drenato e leggero (tendenzialmente sabbioso);
- un pH leggermente acido;
- il clima deve apportare acqua e umidità nelle prime fasi di germinazione (a primavera), in seguito a maturazione richiede un clima più secco.
La pianta non richiede un terreno particolarmente ricco e fertile, quindi le concimazioni sono di secondaria importanza, anzi nella maggior parte dei casi non necessarie.
La coltivazione a scopo produttivo (a reddito) richiede circa 6 kg si semi per ogni ettaro e le piantine sono disposti a filari (come il mais) a una distanza di circa 80 cm.
La pianta ha un ciclo molto breve, poco più di tre mesi, che può arrivare a sei al crescere dell’altitudine (la pianta cresce fino a 2.200 m di altezza).
La resistenza a parassiti e malattie, se la pianta è coltivata in condizioni ottimali, è molto alta e generalmente le coltivazioni non richiedono interventi fitosanitari o di uso di pesticidi o erbicidi, cui la Salvia hispanica è molto sensibile. Il diserbo dalle piante infestanti è quindi effettuato meccanicamente (o manualmente), aspetto che può rendere più difficile e meno redditizia la coltivazione. Per contro, la quasi completa assenza d’interventi fitosanitari e concimazioni la rende una scelta ottimale per la coltivazione biologica.
I semi di chia, una volta raccolti ed essiccati, non perdono le loro proprietà anche per anni, e possono quindi essere agevolmente conservati per lungo tempo.