La mora è un frutto considerato tra i vari frutti di bosco: nota fin dall’antichità, è molto apprezzata per le qualità nutrizionali: le more infatti sono ricche di vitamina C (acido ascorbico) e acidi organici, tra cui l’acido folico.
Di rovo, di gelso o selvatica?
Con il termine mora in realtà si fa riferimento sia a quella di rovo (rossa e nera) sia a quella di gelso (dal colore rossastro o bianco). Mentre il rovo cresce spontaneamente nelle nostre campagne e nei boschi (quindi spesso si usa anche il termine di mora selvatica, anche se dal punto di vista botanico non ha significato), il gelso viene coltivato, oltre che per il frutto, anche per le foglie (le foglie del gelso servono come alimento per il baco da seta, anche se in realtà, dopo l’introduzione dei filati sintetici, questo impiego ha perso rilevanza).
I frutti, sia del rovo sia del gelso, maturano nei mesi estivi e vanno preferibilmente mangiati appena colti, perché sono piuttosto difficili da conservare. Con il termine mora in realtà si fa riferimento sia alla mora di rovo (rossa e nera) sia a quella di gelso (dal colore rossastro o bianco). Si tratta di due piante di generi diversi, anche se spesso sono confuse tra loro. Infatti, la mora di rovo proviene da diverse specie di piante del genere Rubus, mentre la mora di gelso da piante del genere Morus.
Il rovo cresce spontaneamente nelle nostre campagne e nei boschi (quindi spesso si usa anche il termine di mora selvatica, anche se dal punto di vista botanico non ha significato); il gelso viene invece coltivato, oltre che per il frutto, anche per le foglie (le foglie del gelso servono come alimento per il baco da seta, anche se in realtà, dopo l’introduzione dei filati sintetici, questo impiego ha perso rilevanza).
La mora, sia del rovo sia del gelso, matura nei mesi estivi e vanno preferibilmente mangiati appena colti, perché sono piuttosto difficili da conservare.
Il falso frutto della mora
Volendo essere precisi, quello che chiamiamo e consumiamo come frutto è in realtà un falso frutto: dal punto di vista botanico, infatti, quello che mangiamo deriva non solo dalla fecondazione dell’ovario, ma anche da altre parti della pianta. Nel caso della mora di gelso, si tratta dell’unione di tanti piccoli frutti succulenti, ognuno dotato di suo seme e prodotto da un proprio fiore distinto. Questo tipo di falso frutto si chiama sarosio ed è un’infruttescenza (perché deriva da più di un fiore). La mora di rovo invece è prodotta dalla fecondazione di un solo fiore, ed è un frutto aggregato (tanti piccoli frutti che danno origine a quello che chiamiamo mora).
Utilizzi in cucina
Oltre che come frutto fresco, possiamo impiegare questo frutto nella preparazione di confetture e di dolci, per farcire o abbellire torte o crostate. Da sole, sono spesso servite in macedonie miste di frutti di bosco, oppure assieme a panna o gelato. Dalle more di rovo si produce un famoso liquore tedesco, il Broombeergeist.

More di rovo a piena maturazione
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Mora di gelso
Scarto: 0%
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 87.68 | 1 | |
Calorie | kcal | 43 | 0 | |
Calorie | kJ | 180 | 0 | |
Proteine | g | 1.44 | 0 | |
Lipidi | g | 0.39 | 0 | |
Ceneri | g | 0.69 | 0 | |
Carboidrati (per differenza) | g | 9.80 | 0 | |
Fibre | g | 1.7 | 0 | |
Zuccheri | g | 8.10 | 0 |