Il karkadè (da karkadeb, termine dialettale etiope che indica la pianta dell’ibisco) è una bevanda che si ricava da una specie di ibisco (Hibiscus sabdariffa), una pianta arbustiva della famiglia delle Malvacee che cresce spontanea in molte zone dell’Africa tropicale.
Si tratta di una pianta particolarmente resistente che necessita di poca acqua e poche cure; predilige le zone dal clima caldo, con estati piovose e inverni non troppo rigidi e asciutti; ne esistono circa trecento specie; dall’infusione dei calici e dei petali essiccati dei fiori di una di queste (l’Hibiscus sabdariffa, una specie con fusto altro fino a 3 metri, foglie verdi con lamina trilobata e fiori con cinque petali di colore rossastro) si ricava una bevanda dall’inconfondibile colore rosso che può essere gustata sia calda che fredda: il karkadè appunto, che da molti è usato come un sostituto del tè.

I fiori dell’Hibiscus sabdariffa da cui si ricava il karkadè
Attualmente le maggiori produzioni di karkadè sono dislocate in Africa, nell’America tropicale, nei Caraibi e in India, ma la bevanda è molto diffusa anche in Australia, Filippine, Messico e Sri Lanka. In Italia, il karkadè ha avuto una notevole fama negli anni ’30, durante il periodo fascista. L’autarchia in vigore in quegli anni proibiva il consumo di prodotti stranieri, ma il karkadè non era considerato tale in quanto veniva coltivato nelle allora colonie italiane (Etiopia ed Eritrea) e lo si usava come sostituto del tè prodotto dai paesi che avevano attuato una politica di embargo verso l’Italia. Negli Stati Uniti, nel periodo del proibizionismo (anni ’20 e 30), il karkadè veniva usato al posto del vino.
Tisana di karkadè
In Giamaica, l’infuso di karkadè è la bevanda tradizionale del periodo natalizio. Il karkadè (noto anche come tè rosa dell’Abissinia) è una bevanda molto dissetante, dal sapore leggermente acidulo, asprigno, ricca di diversi principi attivi (flavonoidi, acido ascorbico, acido ibiscico, acido ossalico, acido malico, acido tartarico, acido citrico, antociani, tannini, mucillagini, fitosteroli, pigmenti), ma priva, contrariamente a un’opinione piuttosto diffusa, di caffeina e di altri principi eccitanti. L’apporto calorico dell’infuso è praticamente nullo (1 kcal/100 ml).
Proprietà e controindicazioni
Al karkadè vengono attribuiti vari effetti benefici; viene infatti consigliato come diuretico e digestivo e raccomandato anche in casi di stipsi cronica. Uno studio del 2008 (McKay D.L., Saltzman E., Chen C.Y., Blumberg Jeffrey B.) condotto su 65 soggetti sofferenti di lievi o moderati disturbi ipertensivi ha mostrato, dopo il consumo di 3 tazze al giorno di karkadè per un periodo di 6 settimane, una riduzione, rispetto al gruppo di controllo, del 7,2% della pressione sistolica. Un risultato pressoché analogo è stato osservato in un’altra ricerca (Mozaffari-Khosravi H. et al.; 2008) effettuata su un gruppo di soggetti diabetici ipertesi. Sono dati che, con le dovute cautele e nella piena consapevolezza della ristrettezza del campione, vengono considerati sicuramente incoraggianti.
Il karkadè è inoltre utilizzato come surrogato del caffè quando non si possono assumere bevande contenenti caffeina. Si usa anche per preparati naturali per la cura dei capelli, per ridare luminosità e idratazione, specie per i capelli scuri o rossi.
Non sono note particolari controindicazioni, se non quella che, se assunto in grandi quantità, può avere effetti lassativi a causa delle mucillagini contenute.