L’acido arachidonico è un acido grasso polinsaturo di formula bruta è C20H32O2; è un liquido incolore insolubile in acqua. Assieme all’acido linolenico e all’acido linoleico è uno degli acidi grassi polinsaturi più noti (gli acidi grassi polinsaturi sono grassi le cui molecole sono formate da una lunga catena di atomi di carbonio)
L’acido arachidonico è un lipide appartenente alla categoria dei cosiddetti omega 6; è considerato un acido grasso semiessenziale (sono così definiti gli acidi grassi che appartengono alla serie omega 6 e omega 3 e che derivano, rispettivamente, dalla via biosintetica dell’acido linoleico e dell’acido alfa-linolenico).
L’acido arachidonico è diffusamente presente in natura; può essere assunto tramite la dieta oppure sintetizzato dall’organismo umano in presenza di acido linoleico (processo di sintesi endogena). La quantità di acido arachidonico ricavata per sintesi endogena è decisamente inferiore rispetto a quella normalmente ottenuta tramite il regime alimentare.
Nell’organismo umano, le quantità maggiori di acido arachidonico sono concentrate a livello dei muscoli e del cervello. Percentualmente parlando, i valori più elevati si riscontrano nei fosfolipidi delle piastrine.
Anche il latte materno ne contiene discrete quantità (decisamente superiori a quelle riscontrabili nel latte vaccino).
Nota – Il nome IUPAC dell’acido arachidonico è acido eicosa-5Z,8Z,11Z,14Z-tetraenoico; un nome alternativo è acido eicosatetraenoico. Talvolta è indicato con l’acronimo AA o con la sigla C20:4 W6.

Struttura e formula dell’acido arachidonico
Acido arachidonico – Dove si trova?
Importanti fonti alimentari di acido arachidonico sono le uova, il pesce e la carne.
Per quanto riguarda il pesce, ne contengono discrete quantità il tonno, il salmone e le aringhe; per quanto concerne le carni, l’acido arachidonico è presente sia nei tagli magri che nel grasso; fra le carni che ne apportano buone quantità si ricordano quella di anatra e quella di maiale; quantità più basse sono presenti nella carne di manzo e in quella di agnello. Una buona fonte di acido arachidonico è l’olio di arachidi.
Si stima che l’assunzione giornaliera di acido arachidonico oscilli tra i 50 e i 300 mg circa.
Cascata dell’acido arachidonico
L’acido arachidonico è il precursore di diverse sostanze, fra cui si ricordano principalmente gli eicosanoidi (prostaglandine, trombossani, leucotrieni, anandamide ecc.).
Prostaglandine – L’enzima cicloossigenasi (COX) agisce da catalizzatore nella conversione dell’acido arachidonico in prostaglandina H2; questa, a sua volta, è il precursore delle altre prostaglandine, della prostaciclina e del trombossano A2. Le prostaglandine fungono da mediatori dell’infiammazione e sono coinvolte anche in altri importanti processi dell’organismo umano; la prostaciclina è un inibitore dell’aggregazione piastrinica e un vasodilatatore; il trombossano A2, invece, è un aggregante piastrinico e un vasocostrittore.
Leucotrieni – In questo caso si ha l’intervento dell’enzima 5-lipoossigenasi che opera la conversione dell’acido arachidonico in acido 5-idrossieicosatetraenoico, precursore dei leucotrieni, sostanze liberate dai leucociti e coinvolte nelle reazioni infiammatorie, allergiche e asmatiche.
Anandamide – Noto anche come arachidonoiletanolammide, è un endocannabinoide che risulta coinvolto in varie funzioni: oltre a regolare la proliferazione cellulare, ha effetti sul sistema nervoso, sul sistema immunitario e su quello cardiovascolare.
La produzione di queste sostanze e le loro azioni sull’organismo sono note come “cascata dell’acido arachidonico”.
Integrazione
Gli integratori a base di acido arachidonico hanno attualmente una buona commercializzazione; in particolare sono richiesti da coloro che praticano body building, arti marziali e sollevamento pesi e da chi, in generale, è attratto da una notevole crescita muscolare. Ciò è stato favorito da alcune ricerche che mostrano che l’integrazione con acido arachidonico potrebbe avere effetti positivi sullo sviluppo delle masse muscolari. I dosaggi consigliati a questo scopo variano tra i 500 e i 1.500 mg al giorno.
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